domenica 13 febbraio 2005

Il fascino di Mastro Geppetto


L’azienda per cui lavori è alloggiata in tre piccole costruzioni a mattoncini…tre blocchi con i giardini al centro e tanti bei terrazzi ai piani rialzati. Nati per abitazioni.


Non è stato facile ricavarci uffici per duecento persone ma…chissà come…ci sono riusciti.


Grazie agli incastri…quelli che tanto ti affascinano…così ovunque sei circondata da pareti che non sono muri ma sportelli cassetti piani convertibili armadi a scomparsa…un piccolo magheggio abile lavoro di un architetto e un’impresa di falegnameria. Ogni volta che si deve spostare una scrivania…ogni dipendente che se ne va…uno nuovo che arriva…ecco l’impresa che riadatta gli incastri.


A luglio avevano adattato anche il tuo ufficio. Così lo avevi visto la prima volta…sdraiato sotto una scrivania ad avvitare non so cosa…carino da morire…con due occhi verdi impenetrabili.


Vi eravate guardati e niente più. Vuoi perché a te non viene bene il fare avances…vuoi perché gli occhi addosso te li mettono sempre quelli più giovani di te e tu ti senti in dovere di fare quella di buonsenso.


Un po’ di mesi fa lo avevi incontrato per caso e avevi chiesto se passava a fissare un gancio alla tua scrivania. Ti serviva davvero…non era una scusa. Aveva risposto si ma il gancio non era mai venuto a metterlo…così avevi smesso di chiedere.


Con l’inizio dell’anno la terza generazione della famiglia proprietaria dell’azienda si è ufficialmente insediata nell’organico…e…l’impresa di falegnameria sta alacremente lavorando per incastrare al centro di tutto il piano due bellissimi uffici per i nuovi rampolli.


Così…in attesa che ti stupiscano con effetti speciali…ti diletti nel vederlo lavorare.


E’ una di quelle persone capace di essere sempre impeccabile…mica facile per un falegname. La sua camicia in ordine perfetta dentro i pantaloni le maniche arricciate con simmetria i capelli corti sulla nuca l’espressione sempre concentrata…è come se la polvere e lo sporco gli restassero lontano. Che invidia. E invidi anche la sua destrezza nel lavoro manuale. E’ una cosa che ti ha sempre affascinato…sin da quando da bambina osservavi tuo zio che costruiva mobili nella sua bottega.


Ogni volta che marchi la cartolina lo incontri.


L’altra mattina ti eri svegliata birichina…accanto all’orologio ti sei voltata verso di lui e gli hai dato un’occhiata…una di quelle inequivocabili…languida…dolcissima…sorridente…una di quelle occhiate che ti dicono “ io ti ho visto…e tu mi vedi????” Poi il giorno…vi siete scontrati di nuovo…e tu bastarda lo hai guardato allo stesso modo…


Al rientro dalla pausa pranzo avevi il gancio alla scrivania.


Ma possibile che valga sempre la vecchia tattica del “far la gattamorta”??


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